domenica 17 agosto 2014

Lettura in francese.

Questa estate il Vic si è cimentato,  per la prima volta,  con la lettura in francese.
Io sono sempre stata dell'opinione che il meccanismo della letto scrittura vada prima appreso e consolidato in lingua madre e poi esteso ad altri codici comunicativi.
Il motivo è facilmente intuibile, la ricchezza del lessico e la perfetta conoscenza dei suoni, sono di enorme aiuto per il bambino per il riconoscimento dei fonemi prima e delle parole poi. L'italiano poi ha anche il vantaggio della trasparenza e quindi della facile memorizzazione dei gruppi sillabici.
Voglio qui togliere ogni dubbio,  i miei figli non sono bilingue, men che mai trilingue  e mai potranno diventarlo. Hanno ormai una buona conoscenza delle due lingue praticate e un'ottima comprensione ma niente a che vedere con la padronanza della lingua madre che è,  e sempre sarà,  l'italiano.
Una lingua non è solo vocabolario ma anche veicolo di emozioni e substrato culturale, cose che non possono essere mediate solo da un'au pair,  per quanto valida.
In virtù di queste considerazioni ho aspettato che il Vic leggesse in modo fluido in italiano prima di proporre l'approccio con il francese e abbiamo quindi iniziato questa estate.
Anche in francese si inizia con le sillabe ma bisogna conoscere le regole di fonetica.
Mi sono  allora procurata un  libro di esercizi sulle sillabe: "Mon grand cahier des syllabes" Edizioni  Beaumont.  Si tratta di un classico eserciziario dove i diversi fonemi sono inseriti in parole e brevi frasi. Il bambino deve riconoscere,  leggere e ricopiare. Il lavoro è indubbiamente noioso ma essenziale per una buona acquisizione delle regole di pronuncia.
Il Vic ha iniziato il libro con la Numero Nove e lo sta finendo di completare ora.
Eccolo, ripreso nell'adempimento dei suoi compiti, con l'allegria dello schiavo alla galera.

Altro mito da sfatare, l'apprendimento non può essere solo facile, piacevole e spontaneo. Per avere risultati ci vuole molta applicazione.  Inspiration and perspiration insomma. 
Me ne sto accorgendo appieno con il mio granitico secondogenito,  molto meno propenso della sorella ad accollarsi compiti aggiuntivi oltre a quelli istituzionali delle vacanze.
So che un giorno me la farà pagare, probabilmente abbandonandomi in un qualche ospizio di una landa inospitale e, soprattutto,  di lingua a me sconosciuta.
Per  consolidare le acquisizioni, senza tormentare ulteriormente la progenie, in occasione del compleanno del Vic, oltre alla tonnellata di playmobil d'ordinanza, abbiamo anche comperato un gioco didattico con cui dovremmo allietare le lunghe e assolate ore oziose.
Dico dovremmo perché il biondino, solo a vedere la scatola,  va in deliquio. Meno male che ci sono i suoi fratelli che lo sfruttano.
I miei figli chiaramente rifuggono la versione tradizionale del gioco in cui si estraggono ordinatamente le tesserine per cercare, con calma e pazienza, i giusti abbinamenti. Ecco, loro prediligono un approccio un   tantinello più dinamico.
In estrema sintesi rovesciano il tutto sul tavolo,urlano a gran voce i nomi e si contendono i pezzi a mazzate. Va detto però che si insultano in francese.

venerdì 8 agosto 2014

Sei agosto.

Ieri abbiamo festeggiato il compleanno del Vic.
Anche quest'anno non ho mancato di rallegrarmi per la lunga serie di congiunture che hanno permesso che avessi non uno ma due figli di agosto.
Nessuno stress, pochi preparativi.
Manco mi sono sforzata di elaborare una qualche attività ludico-ricreativa, i nostri amici milanesi hanno proposto un pic nic notturno sulla spiaggia e la Gamelli family ha entusiasticamente aderito.  Ecco,  a ben guardare,  nessun rinfresco, ciascheduno si è portato la sua spettanza di sandwich.
Però la torta l'abbiamo comprata eh ( addirittura due) e l'abbiamo pure corredata con una bella candelina a forma di sette.
I bambini si sono animati da soli, hanno fatto un bagno notturno, svariate partite a...boh, qualcosa con la palla,  innumerevoli sessioni di ruote e capovolte e, per finire, hanno ricreato un vulcano (bruciandoci dentro tutti i tovagliolini usati per la cena).
Insomma,  un compleanno economico e con pochi scarti.
La spiaggia era affollatissima, condividevamo l'arenile con due famiglie francesi e con un'imprecisata quantità di ragazzini di una colonia.
Qui mi tocca segnalare quanto siano più easy i francesi, rispetto a noi, su tutte le norme di sicurezza.
Antefatto, i giovincelli erano una quarantina, apparentemente dagli otto ai dodici anni,  ed erano affidati alle amorevoli cure di ben due animatori (il cui diciottesimo compleanno non si perdeva certo nella notte dei tempi).
L'allegra combriccola è stata satollata ad uova sode già sgusciate,  pescate da un enorme sacchettone trasparente. Tocco igienico, ogni fanciullo pinzava la  sua dopo un'oretta di giochi forsennati sulla sabbia  e senza minimamente porsi il problema di un eventuale lavaggio di mani.
 Alla fine del lauto pasto gli animatori hanno realizzato un recinto con delle corde in acqua e hanno dato il via a una bizzarra attività che pareva veramente avere come unico scopo l'eliminazione fisica dei soggetti in carico.
I quaranta infelici, schierati in dieci metri scarsi in doppia fila, al via degli accompagnatori, dovevano lanciarsi in acqua e raggiungere, parte a nuoto,  parte correndo, la cima del recinto. I bimbi più piccoli venivano sistematicamente travolti tra le urla di giubilo dei grandi e le risatine sadiche degli animatori.
Ho subito pensato ai miei trascorsi di educatrice, quando ogni attività doveva essere minuziosamente studiata, organizzata, inserita in un contesto per essere comunque sempre oggetto di critiche da parte di almeno un genitori e mi immaginavo un bel bagnetto notturno alla baraonda (senza asciugamani in vista tra l'altro.)
A mezzanotte siamo venuti via mentre il gioco era ancora nel suo pieno svolgimento,  per cui ignoro i tassi di sopravvivenza.Il Vic comunque si è divertito molto e ha detto che era il compleanno più bello della sua vita (quasi quasi il prossimo anno lo iscrivo a un bel campo estivo en français).